L’art. 26 del ddl Bilancio 2026, la cosiddetta manovra, introduce il divieto di compensazione fiscale. Ovvero fine della compensazione dei crediti d’imposta con i debiti previdenziali e contributivi. Se approvato, sarebbe un danno enorme a imprese dell’edilizia, impiantistica e serramentistica che hanno applicato lo sconto in fattura e stanno legittimamente utilizzando i crediti fiscali per compensare i propri debiti contributivi. La forte protesta di CNA, Confartigianato e Casartigiani
È una brutta sorpresa l’articolo 26 della Manovra che vara il divieto di compensazione fiscale a partire dal 1° luglio 2026. Se passasse in Parlamento si creerebbero gravi problemi di liquidità alle imprese dell’edilizia e della serramentistica che hanno applicato lo sconto in fattura e stanno legittimamente utilizzando i crediti fiscali per compensare i propri debiti contributivi e previdenziali.
Che cosa dice l’articolo 26
A partire dal 1° luglio 2026:
“I crediti d’imposta diversi da quelli emergenti dalla liquidazione delle imposte non possono essere usati in compensazione (art. 17 D.Lgs. n. 241/1997) per pagare i debiti di cui all’art. 17, comma 2, lett. e), f), g); il divieto vale anche per crediti trasferiti”. Vedi il testo depositato al Senato
Protesta di Cna, Confartigianato e Casartigiani
Le tre confederazioni esprimono forte preoccupazione per gli effetti derivanti dall’applicazione della misura contenuta nel disegno di legge di Bilancio 2026 che estende a tutti i soggetti la disciplina, finora limitata a banche e intermediari finanziari, che vieta la compensazione dei crediti d’imposta con i debiti previdenziali e contributivi. A partire dal 1° luglio 2026, la compensazione sarà infatti consentita solo per i crediti d’imposta emergenti dalle dichiarazioni annuali, escludendo dunque i crediti maturati a seguito dell’acquisizione dei bonus edilizi e di altri incentivi.
Colpito il comparto casa
Questa modifica provocherà gravi tensioni di liquidità, in particolare per le imprese del comparto casa – dall’edilizia all’impiantistica – che hanno applicato lo sconto in fattura e stanno legittimamente utilizzando i crediti fiscali per compensare i propri debiti contributivi. La riduzione dell’ambito di compensazione rischia di rendere inutilizzabili, in tutto o in parte, le rate dei crediti d’imposta relativi ai bonus edilizi, con conseguente perdita e danni economici e finanziari per le imprese.
Oltre i bonus edilizi
Le organizzazioni segnalano inoltre che l’articolo 26, se non modificato, colpirebbe e depotenzierebbe anche gli strumenti messi in campo per sostenere gli investimenti, come i crediti d’imposta Industria 4.0, Transizione 5.0 e ricerca e sviluppo e la cultura come il Tax credit cinema. “Si tratta – sostengono – di una norma che rischia di compromettere la pianificazione finanziaria di migliaia di imprese, con il pericolo di omissioni nei versamenti contributivi, soggette a sanzioni, e una drastica riduzione della liquidità disponibile”.
Messaggio al Parlamento
Le organizzazioni dell’artigianato auspicano un intervento in sede di approvazione del disegno di legge, mantenendo invariata la disciplina vigente, al fine di preservare la liquidità e la stabilità economica delle imprese.






