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Home » Attualità » Autodichiarazione in mancanza della pratica Enea?

Autodichiarazione in mancanza della pratica Enea?

28 Giugno 2025
in Bonus edilizi, Comunicazione, Detrazioni, Dichiarazione dei redditi, Enea, Lavori edilizi
Tempo di lettura:5 minuti
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Portale Enea Detrazioni fiscali autodichiarazione
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Se il portale Enea non apre, forse per le dichiarazioni dei redditi del 2024, bloccate in mancanza della comunicazione, l’autodichiarazione potrebbe essere la soluzione Ecco come si potrebbe (forse!) affrontare il problema…

Autodichiarazione al posto della pratica Enea per Ecobonus e Bonus Casa? E’ il dilemma di molti commercialisti (e dei loro clienti) di fronte al blocco del portale per l’inoltro della comunicazione degli interventi. Ne ha parlato qualche giorno fa il Sole24Ore (14 giugno, pag. 30) con l’articolo “Lavori a cavallo d’anno, il blocco del portale Enea complica il 730” di Giuseppe Latour e Giovanni Parente. Il pezzo cita Giovanni Angileri, coordinatore della Consulta dei Caf secondo cui , «sul territorio diversi sportelli stanno chiedendo un’autocertificazione ai contribuenti che si rivolgono ai Caf per la trasmissione del 730. In questo documento bisognerà indicare che i lavori sono stati chiusi o anche che sono ancora in corso di svolgimento. In attesa dell’attivazione del portale Enea, le detrazioni potranno così essere inserite in dichiarazione».

Alla luce di questa dichiarazione abbiamo chiesto all’esperta in detrazioni fiscali arch. Ester Marino di illustrare come potrebbe essere compilata questa autodichiarazione. (EB)


Possibili contenuti dell’autodichiarazione

Ad oggi Enea non ha aggiornato il portale nonostante il 19 giugno sia stata pubblicazione dall’Agenzia delle Entrate la Circolare n.8/E. Questa riporta tutti i chiarimenti sulla Legge di Bilancio 2025 che si aspettavano da mesi (e della quale abbiamo parlato in un articolo di qualche giorno fa!). E nonostante sul sito dell’Enea il 20 giugno sia comparso un nuovo avviso che preannunciava l’ormai imminente aggiornamento del portale.

La via Crucis del contribuente

Nel frattempo continua la via Crucis di coloro che hanno sostenuto nel 2024 delle spese relative ad un intervento di riqualificazione energetica o di recupero del patrimonio edilizio esistente su un proprio immobile e che attualmente sono alle prese con la predisposizione di tutti i documenti da portare al proprio commercialista/CAF  per poter iniziare ad usufruire delle relative detrazioni ecobonus o bonus casa già nella dichiarazione dei redditi del 2024.

Parliamo di via Crucis perché tra questi documenti solitamente i commercialisti e i CAF chiedono la Dichiarazione ENEA sulla quale possono individuare con immediatezza l’importo da portare in detrazione e che semplifica di molto il loro lavoro non dovendo accertarsi di persona della sussistenza dei requisiti per l’accesso al beneficio fiscale visto che a monte se ne è occupato il tecnico che ha redatto la pratica Enea.

Vale il criterio di cassa

Richiesta peraltro illegittima perché – come precisato più volte dall’Agenzia delle Entrate in vari documenti di prassi – ai fini dell’imputazione di tali spese vale il criterio di cassa, nel senso che bisogna fare riferimento al loro effettivo pagamento che può cadere anche in periodo di imposta diverso, antecedente o successivo, rispetto a quello in cui sono stati completati i lavori o viene emessa la fattura.

Ma nonostante si tratti di una richiesta illegittima, molti Commercialisti e CAF non demordono e pretendono questa benedetta Dichiarazione Enea!

Questo genera una immediata reazione a catena in tutti i soggetti che sono intervenuti o interverranno in qualche modo nell’intervento per il quale si pretende che tra i vari documenti venga prodotta anche la Dichiarazione Enea.  

Panico dei beneficiari

A partire dai beneficiari che entrano nel panico e subissano di telefonate e mail i loro fornitori, i quali a loro volta chiedono disperatamente ai loro consulenti a che punto sono con le pratiche enea dei loro clienti, per arrivare ai consulenti che paventano il momento in cui finalmente sarà aggiornato il portale perché già sanno che tutti si aspetteranno la chiusura in pochi giorni delle tante pratiche che hanno da mesi in stand-by e che si troveranno perciò a dover gestire una incredibile mole di lavoro in tempi ristretti.

L’autodichiarazione sostitutiva

Ma forse una soluzione per poter aggirare l’ostacolo costituito dalla richiesta della pratica Enea da parte dei commercialisti o dei CAF c’è: è infatti molto probabile che possano accontentarsi di una autodichiarazione sostituiva di atto notorio redatta sotto la sua responsabilità dal beneficiario delle detrazioni.

I possibili contenuti

In questo documento il soggetto che poi usufruirà delle detrazioni ecobonus o bonus casa deve dichiarare in premessa:

  • di aver eseguito su un certo immobile di cui è proprietario/detentore un certo tipo di intervento ammesso alle detrazioni ecobonus o bonus casa
  • che ha tutti i requisiti per poter accedere a quel tipo di detrazione
  • che ha sostenuto delle spese nel 2024
  • che i lavori si sono conclusi nel 2025
  • che non ha ancora la dichiarazione Enea

Dichiarazione dei Redditi del 2024

E, tutto ciò premesso, deve concludere affermando che – sulla base di tutta la documentazione in suo possesso e che allega alla autodichiarazione (cioè le fatture, i bonifici e anche la dichiarazione di congruità della spesa che gli fornito il suo fornitore se chiede l’ecobonus) – ha diritto a poter iniziare a portare in detrazione nella propria Dichiarazione dei Redditi del 2024 un decimo delle spese (congrue se si tratta di ecobonus) sostenute nel 2024.

Ci auguriamo che in questo modo si riesca a venir fuori da questa situazione di impasse, si sia tutti più tranquilli e si lasci il tempo ai poveri consulenti che loro malgrado hanno ferme da mesi centinaia di pratiche enea di poterle chiudere in tempi brevi sì, ma senza doverci perdere il sonno!!

Arch. Ester Marino, Studio Consulenza Marino

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