Il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza, dopo il via libera del Governo, si è ormai avviato verso il percorso parlamentare. Finco, che apprezza il provvedimento, coglie al volo l’occasione per attirare l’attenzione su quegli Enti che, come Uni e Accredia, operano in condizioni di monopolio in forza di legge.
Il Consiglio dei ministri ha approvato nella seduta del 4 giugno scorso, vedi news, il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza, previsto dall’articolo 47 della legge 23 luglio 2009, n. 99.
Il ddl Concorrenza
Il provvedimento si inserisce nel quadro delle misure e degli interventi di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), in quanto l’approvazione annuale di una “legge sulla concorrenza” rientra tra gli impegni assunti dall’Italia e al cui rispetto risulta subordinato lo stanziamento dei fondi previsti. Inoltre, il testo tiene conto delta segnalazione al Governo dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. In sintesi, il disegno di legge introduce disposizioni in materia di trasferimento tecnologico alle filiere produttive nazionali, volte a favore la diffusione delle conoscenze ai settori industriali.
Allargare la concorrenza
Per la Federazione Industrie, Prodotti Impianti, Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione, Finco, il provvedimento è apprezzabile. Come sostiene la presidente Carla Tomasi: “Contrariamente a quanto alcuni ritengono, il nostro è un Paese che ha bisogno di maggiore concorrenza, non minore”. Finco suggerisce che vi sarebbero ulteriori settori in cui sarebbe stato necessario intervenire: ad esempio, servizi portuali, distribuzione commerciale, taxi, normativa tecnica e accreditamento. Ci vorrebbe, suggerisce Tomasi, quanto prima “un’equilibrata legge sul lobbying (i “portatori di interessi”) poiché la mancanza di tale normativa crea delle asimmetrie nella capacità di rappresentare le istanze al Decisore generalmente a favore del soggetto oligopolista quando non monopolista.”
Enti monopolistici
A questo proposito la Federazione coglie l’occasione per attirare l’attenzione su “quegli Enti che, in condizioni di monopolio in forza di legge, sono sottratti al confronto competitivo per considerazioni di interesse generale e di razionalizzazione del mercato, ma che ormai sono divenuti di fatto autoreferenti”. Sono gli enti afferenti alla sfera della normazione tecnica e dell’accreditamento, sempre più rilevanti data, da un lato, la necessità di avere aziende qualificate per conseguire i risultati del PNRR e, dall’altro, la crescente trasposizione della normativa tecnica volontaria in cogente, e quindi obbligatoria per le imprese.
Monopolio “de jure”
La gestione di entrambi gli Enti in regime di monopolio “de iure” – uno dei quali anche annualmente percettore di circa 3 milioni di euro da parte del Ministero dell’Impresa e del Made in Italy – desta crescente preoccupazione in ordine all’andamento del costo delle norme nonché delle quote sociali per quanto riguarda l’UNI. E poi vi è la questione della persistente impermeabilità all’ingresso di nuovi soci per quanto riguarda Accredia, Ente peraltro la cui governance è espressa all’80% con sistemi fissi e cioè di diritto. In sostanza autoreferenti.
Lo scrigno tecnologico del Paese
Non solo, in UNI che costituisce il luogo dove si crea e mette a punto la normativa tecnica del Paese, denuncia Finco, “si è insediato come Presidente un esperto indicato da Confindustria come esponente Pirelli (Tyre), azienda che come noto ha un socio di maggioranza relativa dipendente dallo Stato Cinese. Gli stessi motivi che hanno indotto il Governo alla Golden Power su Pirelli avrebbero dovuto (dovrebbero) indurre qualche riflessione in merito, fatta salva la persona, su tale scelta per UNI”. Alla faccia, aggiungiamo noi, della tanto proclamata concorrenza.
Immagine in alto da Fondazione Luigi Einaudi