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Home » Attualità » Ritenuta d’acconto. Per i bonus edilizi vola all’11 per cento

Ritenuta d’acconto. Per i bonus edilizi vola all’11 per cento

27 Dicembre 2023
in Attualità, Bonus Casa, Bonus edilizi, Ecobonus, Ritenuta d'acconto, Serramenti, Superbonus
Tempo di lettura:3 minuti
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Per i pagamenti dei lavori agevolati con bonus edilizi la legge di Bilancio 2024 prevede un aumento della ritenuta d’acconto dall’8 all’11 per cento. La disposizione si applica a partire dal 1° marzo 2024. Pesante sottrazione di liquidità per produttori e rivenditori di serramenti, per di più non applicata a prodotti importati da aziende senza stabile organizzazione in Italia

A partire dal 1° marzo 2024 la ritenuta d’acconto per i pagamenti di lavori di ristrutturazioni edilizie e di riqualificazioni energetiche passerà dall’attuale 8% all’11%. Lo prevede il disegno di legge della Legge di Bilancio 2024, la cosiddetta Manovra, che è stato approvato dal Senato nella seduta del 22 dicembre. Il testo è passato all’esame della Camera che dovrebbe licenziarlo il 29 dicembre. Ne avevamo dato conto a fine ottobre alla luce della bozza della legge, vedi qui.

Ritenuta d’acconto al comma 88

Il provvedimento è previsto al comma 88 dell’articolo 1 della legge:

SEZIONE I

MISURE QUANTITATIVE PER LA REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI PROGRAMMATICI

Art. 1.

(Risultati differenziali. Norme in materia di entrata e di spesa e altre disposizioni. Fondi speciali)

88. All’articolo 25 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le parole: « del 8 per cento » sono sostituite dalle seguenti: « dell’11 per cento ». La disposizione di cui al presente comma si applica a decorrere dal 1° marzo 2024.

Gli effetti della ritenuta d’acconto

L’immediato effetto dell’aumento all’11% della ritenuta d’acconto è una ulteriore sottrazione di liquidità per le aziende che eseguono lavori di ristrutturazioni edilizie e di riqualificazioni energetiche come imprese di costruzione e le aziende di serramenti, schermature solari e chiusure tecniche. Immediata è stata anche la protesta delle confederazioni delle PMI e degli artigiani CNA e Confartigianato e delle associazioni dell’area serramenti, schermature solari e chiusure tecniche Acmi, Anfit, Assites e Unicmi. Tutte d’accordo nel denunciare il crescente drenaggio di liquidità per le aziende. Partita inizialmente al 4%, la ritenuta è poi passata all’8% e ora all’11%.

Import sottratto alla ritenuta

Ma c’è di più. In Italia si assiste a un crescente afflusso dall’estero di prodotti edilizi forniti da aziende senza stabile organizzazione in Italia, quindi senza conto corrente, prodotti per i quali i clienti finali chiederanno le agevolazioni fiscali di spettanza. Ebbene, sui pagamenti di queste forniture non viene applicata la ritenuta d’acconto.

Concorrenza sleale

Di fronte a una tale disparità di trattamento tra aziende residenti e non residenti in Italia da tempo si erano mosse le associazioni dell’area serramenti, schermature solari e chiusure tecniche quali Acmi, Anfit, Assites e Unicmi.  Marco Rossi, presidente di Anfit, denunciava allora: “Aziende italiane e straniere in regola, con domicilio fiscale e conti correnti in Italia, sono penalizzate dalle attività concorrenziali di aziende straniere senza domicilio e conti correnti nella penisola che approfittano delle agevolazioni fiscali. Agevolazioni che alla fine sono pagate dai contribuenti italiani e dalle imprese in regola.  Noi ci battiamo e ci batteremo perché Ecobonus, Bonus Casa e Superbonus non siano concessi se la fornitura dei serramenti proviene da aziende straniere senza stabile organizzazione in Italia”.

Ritenuta d’acconto per tutti o….

Sulla stessa lunghezza d’onda Unicmi che suggeriva al viceministro del MEF Leo l’applicazione di questo provvedimento a tutte le imprese indipendentemente dalla loro nazionalità e dalla presenza di una banca italiana di appoggio. E aggiungeva: “In alternativa, ovvero in caso di impossibilità giuridica di applicazione della ritenuta di acconto a tutti, Unicmi ha richiesto l’esclusione dell’accesso alle detrazioni a quei prodotti commercializzati da soggetti che eludono i doveri fiscali a carico delle imprese italiane”.

Sono tutte parole che non chiedono privilegi ma solo parità di trattamento tra aziende residenti e non residenti e che dovrebbero essere attentamente ascoltate da parte di un Governo che da qualche giorno ha ottenuto dal Parlamento l’approvazione della legge a favore del Made in Italy.

Ennio Braicovich

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