Compravendite nel residenziale giù, segno + per il non residenziale

Data: 20 Giugno 2024
Aggiornato: 20 Giugno 2024

Crollo delle compravendite nel residenziale nel primo trimestre dell’anno che scendono di oltre il 7% rispetto all’analogo periodo del 2023. In compenso salgono di poco, ma salgono, le compravendite di immobili non residenziali. Lo testimoniano le Statistiche trimestrali dell’Omi, Osservatorio del mercato immobiliare, dell’Agenzia delle entrate.

Continua nel 1° trimestre del 2024 la discesa delle compravendite nel residenziale che è in atto da qualche trimestre. Ne danno conto le Statistiche trimestrali dell’Omi, Osservatorio del mercato immobiliare, dell’Agenzia delle entrate. 

Compravendite nel residenziale

Compravendite nel residenziale

I dati dell’Osservatorio ci dicono che da gennaio a marzo 2024 sono 155mila le abitazioni compravendute, 12mila in meno rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno, il 7,2% su base nazionale. La riduzione delle compravendite residenziali interessa tutte le aree territoriali, seppure in misura diversa; nel Nord del Paese, in cui si concentra oltre la metà delle compravendite complessive nazionali, la diminuzione è più marcata. Al Centro gli scambi diminuiscono del 7,7%, al Sud e nelle Isole assistiamo invece a una flessione più contenuta, al di sotto del 4%. Da segnalare, vedi sopra, che la curva della discesa delle compravendite nel residenziale si sta attenuando, forse segno di fine della flessione e di una ripresa cui potrebbe contribuire la discesa dei tassi dei mutui.

Le compravendite nel non residenziale

Ripartizione delle compravendite nel settore non residenziale

Segno più invece, nello stesso periodo, per le compravendite di immobili non residenziali che continuano a crescere, consolidando il risultato positivo osservato alla fine del 2023. Con circa 54 mila scambi, si registra un incremento dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il settore maggiormente in crescita è il produttivo, dove l’aumento è prossimo al 16%, mentre i comparti produttivo-agricolo (AGR) e terziario-commerciale (TCO) mostrano incrementi più modesti, con tassi inferiori all’1%.

a cura di Ennio Braicovich

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