Un recente caso giudiziario spagnolo che riguarda proprio il settore dei serramenti, vedi qui, si presta a una serie di riflessioni di Vladimiro Barocco di StudioCentro Marketing sulle pratiche commerciali scorrette e la pubblicità ingannevole ai danni dei consumatori.
Per “pratica commerciale” va intesa una qualsiasi azione, omissione, condotta, comunicazione commerciale, nonché tutte le forme di pubblicità (compresi il marketing diretto e l’imballo del prodotto) che un’azienda utilizza per promuovere, vendere o fornire beni o servizi ai consumatori.
Le pratiche commerciali sono scorrette quando sono contrarie ai requisiti di diligenza professionale, falsa o idonea a falsare in modo rilevante il comportamento economico del consumatore medio che raggiungono o a cui sono rivolte.
Contro le pratiche commerciali scorrette
Il consumatore medio può essere indotto in errore in relazione al prezzo, alla presenza del prodotto sul mercato, alla sua natura, ai rischi connessi all’utilizzo del prodotto.
In Italia opera l’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) che interviene per accertare e bloccare pratiche commerciali scorrette, inclusa la pubblicità ingannevole e comparativa illecita. Lo fa su segnalazione di consumatori, aziende o altre organizzazioni.
Pubblicità ingannevole e falsa
La natura ingannevole della pubblicità può riguardare le caratteristiche di beni e servizi, come, tra l’altro, la loro disponibilità, il prezzo o le condizioni di fornitura. Sono tre le componenti della pubblicità ingannevole:
Frode
Le pubblicità fraudolente hanno l’obiettivo di ingannare i consumatori. Esistono molti modi per creare false impressioni di beni o servizi nella mente dei consumatori. La frode svolge un ruolo importante nell’influenzare le decisioni dei consumatori.
Falsità
Si riferisce all’incoerenza nei fatti dichiarati, ad esempio quando un produttore automobilistico afferma che il consumo di carburante dell’auto è inferiore a quello effettivo. È il caso della Toyota (2014), multata per aver falsificato le informazioni sul consumo di carburante.
Pubblicità fuorviante
Alcune pubblicità creano un’impressione falsa su un prodotto o su caratteristiche inesistenti. La pubblicità ingannevole influenza le scelte dei consumatori e il processo di acquisto.
Sei regole a tutela dei consumatori
Secondo le norme vigenti nel Regno Unito (UK), una pubblicità è onesta e completa se contiene queste informazioni di base:
– Caratteristiche principali dei beni o servizi
– Identità e residenza del produttore
– Prezzo comprensivo di tasse o del prezzo originale dei beni o servizi
– Responsabilità relative alla consegna dei beni
– Modalità di pagamento, consegna, esecuzione o reclamo
– Diritti di recesso o di revoca del consumatore
Le conseguenze della pubblicità ingannevole
La pubblicità ingannevole può avere conseguenze significative sia per le aziende che per i consumatori. Le aziende che praticano pubblicità ingannevole possono incorrere in azioni legali, sanzioni pecuniarie e nella perdita di fiducia dei consumatori.
Conseguenze legali
La pubblicità ingannevole può dare luogo a cause legali che possono comportare perdite finanziarie e danni alla reputazione di un’azienda.
Sanzioni pecuniarie
Le sanzioni pecuniarie per la pubblicità ingannevole possono essere severe e servono da deterrente per altre aziende che prendono in considerazione strategie pubblicitarie ingannevoli. Invito a leggere i bollettini settimanali di AGCM (n.ri 29 e 30/2025) con pene pecuniarie irrogate a Marion (materassi e reti) e Armani (abbigliamento).
Perdita della fiducia dei consumatori
Quando un’azienda fa pubblicità ingannevole, rischia di perdere la fiducia dei propri clienti. Ingannare i consumatori con false affermazioni pubblicitarie può portare a una significativa reazione negativa da parte dell’opinione pubblica e a danni a lungo termine alla reputazione del marchio.
Impatto sull’interesse pubblico
La pubblicità ingannevole può avere anche un impatto più ampio sull’interesse pubblico. Informazioni fuorvianti possono indurre i consumatori a prendere decisioni disinformate, causando potenzialmente ulteriori danni. Ad esempio, false affermazioni sulla salute relative a prodotti farmaceutici o dispositivi medici possono comportare gravi rischi per la salute dei consumatori.
Danni alla reputazione
La perdita di reputazione di un marchio rende difficile riconquistare la fedeltà dei clienti e la posizione sul mercato. Il 43% dei consumatori si fida meno della pubblicità rispetto al passato. Questo calo di fiducia sottolinea la necessità per i marchi di impegnarsi in pratiche pubblicitarie veritiere e trasparenti.
Conclusione
La tutela dei diritti dei consumatori è una necessità inevitabile nel complesso sistema di produzione e distribuzione, nonché in un mercato dei consumi ampio e diversificato. Tra i diversi diritti riconosciuti al consumatore, il diritto di scelta è uno dei più importanti, che può anche predisporre alla corretta applicazione e attuazione degli altri diritti del consumatore.
Vladimiro Barocco, StudioCentro Marketing