Ritorniamo molto volentieri sul tema del BIPV, il Building Integrated PhotoVoltaic, ovvero fotovoltaico integrato nell’edificio, grazie al contributo di Vito Chirenti, presidente Assvepa. Una tecnologia utile per assicurare l’indipendenza energetica e la salvaguardia ambientale.
Il BIPV in sintesi
Il BIPV è un innovativo sistema fotovoltaico integrato e mimetico, che permette di rivestire le facciate edili inutilizzate e, al contempo, captare la luce solare e trasformarla in corrente elettrica. Si tratta di un nuovo tipo di materiale da rivestimento, totalmente personalizzato nel design, nel colore e nelle dimensioni. Questi pannelli, pur avendo un rendimento inferiore rispetto ai classici pannelli fotovoltaici, possono essere utilizzati come rivestimento delle pareti cieche degli edifici e soprattutto quale fonte di elettricità generata dall’energia emanata dal sole: pulita, illimitata e gratuita.
EPBD – Direttiva Europea “Case Green”
Secondo la Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), uno dei pilastri del Green Deal europeo, i Paesi membri dovrebbero rendere l’edilizia più sostenibile, ridurre consumi ed emissioni ed efficientare gli edifici fino a zero emissioni entro il 2050 (dal 2028 per gli edifici pubblici; dal 2030 per gli edifici privati). Ma, è chiaro, non possiamo farcela. Come se non bastasse, il consumo di suolo, dovuto principalmente alla cementificazione e ai parchi fotovoltaici ed eolici, è inarrestabile.
L’energia del sole che divora la terra
E’ uno dei nodi più controversi dell’attuale transizione energetica italiana. Secondo l’ultimo Rapporto ISPRA, “i pannelli fotovoltaici a terra nel 2024 hanno occupato 1.702 ettari di territorio, quadruplicando i 420 ettari del 2023 e moltiplicando per sei i 263 del 2022. L’80% di questi impianti è stato realizzato su superfici agricole.” Ma continuiamo a pagare bollette elettriche tra le più care in Europa: Italia 109,08 €/MWh; Germania 83,51 €/MWh; Spagna 61,04 €/MWh; Francia 34,81 €/MW. È il paradosso della sostenibilità. Per combattere la crisi climatica consumiamo suolo: riducendo proprio quella capacità di assorbimento del carbonio, regolazione idrica e produzione alimentare che dovremmo proteggere per affrontare quegli shock che forse ci riserverà il futuro.
Il BIPV nell’edilizia “energetica”
Ora, al di là di ogni facile polemica, va fatta una considerazione. Il progredire della scienza dei materiali e alcune innovative tecnologie fotovoltaiche, permettono finalmente straordinarie soluzioni. Oggi, alcune aziende italiane all’avanguardia producono il BIPV. Un rivestimento integrato nelle facciate edili e negli involucri architettonici, che converte la luce solare – anche indiretta – in elettricità pulita, sicura, molto economica e illimitata. Con adeguate leggi e incentivi, l’utilizzo su larga scala del BIPV (che i nostri legislatori e decisori politici purtroppo non conoscono ancora), permetterebbe di efficientare molti edifici già costruiti o in costruzione, e di produrre l’energia in loco, dove serve. E non occupando campagne che devono essere coltivate per produrre cibo e garantire la nostra sicurezza alimentare.

Vantaggi e benefici
In tal modo, una cementificazione – indispensabile – resa “energetica” grazie al BIPV, consentirebbe di liberare i nostri territori, a vocazione agricola e/o turistica, da impattanti distese di fotovoltaico e pale eoliche. Impianti che, posizionati in luoghi idonei senza deturpare bellezze naturalistiche, possono alimentare l’industria e le grandi infrastrutture energivore. L’utilizzo massivo del BIPV negli edifici residenziali e quelli pubblici sarebbe inoltre uno straordinario volano per intere filiere produttive. Pensiamo alle imprese di costruzioni; alle aziende che producono sistemi in alluminio per facciate continue e facciate ventilate; ai serramentisti che potrebbero installare tali sistemi e alle vetrerie che potrebbero fornire il vetro di cui si compone la maggior parte del BIPV. Oltre al coinvolgimento di tante altre categorie: elettricisti, impiantisti di fotovoltaico, tecnici, studi professionali ecc.

Un mockup di involucro energetico
Ci sembra questa l’occasione giusta per offrire ai lettori di Cosmoserr un’anticipazione su una possibile soluzione di involucro energetico a base di BIPV. Il mockup di facciata consiste di 4 monoblocchi. Ogni monoblocco viene preassemblato in azienda e trasportato sul cantiere già pronto per essere applicato e ancorato su un’orditura longitudinale in acciaio, quasi sempre delle HEA. Fa risparmiare molto tempo e costa circa da 500 a 650 €/mq (esclusa la struttura portante che nasce con l’edificio). Attualmente il modello è in fase di test e prove empiriche. In un prossimo futuro potrebbe rappresentare una piccola rivoluzione nel mercato delle facciate. Infatti già molte aziende stanno seguendo con interesse questa innovazione che riguarda principalmente l’utilizzo di elementi BIPV.

Ci vuole un cambio di paradigma
Se vogliamo annullare questo cortocircuito tra sicurezza, indipendenza ed equità energetica e tutela ambientale, serve un importante e coraggioso cambio di paradigma In fin dei conti, il sole appartiene a tutti… e anche la sua energia.
Vito Chirenti, presidente AssVepa
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