Patrimonio immobiliare. C’è tanto da fare nella riqualificazione energetica

Data: 15 Maggio 2022
Aggiornato: 3 Novembre 2022

Almeno due terzi degli immobili compravenduti nel 2021 sono nelle ultime tre classi energetiche G, F e E. Il 40% è in classe G. Tuttavia, cresce la voglia di case meno energivore. È il caso delle nuove costruzioni dove il 30% degli acquisti di abitazioni è in classe A1. Sono i dati dell’Osservatorio Immobiliare Enea, I-Com e Fiaip, l’associazione degli agenti immobiliari. Conclusione: c’è un enorme potenziale per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti.

uno scatto sul patrimonio immobiliare italiano
Termografia di un condominio, doc. Legambiente

Qual è lo stato del patrimonio immobiliare italiano in termini di efficienza energetica? La domanda è più che lecita visto che parecchi credono che molto sia stato fatto negli ultimi 15 anni grazie alle agevolazioni fiscali per i lavori di efficienza energetica per le abitazioni. Una fotografia realistica del presente ci viene restituita dall’Osservatorio nazionale urbano, realizzato per il nono anno di fila da Enea, I-Com, istituto per la competitività, e Fiaip, l’associazione degli agenti immobiliari.

Un Osservatorio sul patrimonio immobiliare

Una fotografia del nostro patrimonio immobiliare

L’indagine 2021, raccolta in 68 pagine, è stata effettuata su un campione di oltre 600 agenti immobiliari professionali Fiaip che rappresentano una straordinaria lente di ingrandimento rivolta sul mercato immobiliare e quindi sul patrimonio abitativo nazionale. L’Osservatorio ci offre una immagine unica del patrimonio immobiliare italiano visto che lo scorso anno sono state compravendute 750 mila abitazioni, mettendo a segno un +34% rispetto al 2020 ed un +24% rispetto al 2019.

Immobili di scarsa qualità energetica

Raggelante è la frase iniziale dell’indagine rinvenibile a pag. 3. “Rispetto al tema dell’efficienza energetica, il quadro generale che emerge dall’analisi dei dati raccolti da FIAIP ed elaborati da ENEA e I-Com, restituisce un mercato chiaramente caratterizzato da immobili di scarsa qualità, come evidenziato dalla Fig. 1 in cui è chiara la prevalenza di transazioni di edifici nelle classi energetiche più basse”.

La classe energetica peggiore è la più diffusa

Lo studio rileva come la percentuale di immobili appartenenti alla classe energetica G, la peggiore, risulti ancora la più diffusa nel corso del 2021, anno nel quale è comunque emersa un’accelerazione della qualità energetica degli immobili ristrutturati e usati.

In termini percentuali la fig. 1 ci mostra che la tipologia di abitazione più frequentemente compravenduta è in classe G sia per i monolocali, per i bilocali, trilocali che per le villette e le unifamiliari. In pratica, quasi tutto il patrimonio immobiliare. La percentuale è mediamente del 40%, e va dal 39% del bilocale al 42% del monolocale passando per il 40% di trilocali, villette e unifamiliari.

Le tre classi peggiori sono dominanti

Se poi volessimo completare la nostra fotografia aggiungendo alla G anche le altre due classi F e E, il risultato finale è senza appello. Lo riassumiamo in questa tabella sottostante, inspirandoci ai dati di pag. 24:

TIPOLOGIA ABITATIVACLASSI ENERGETICHE G, F e E in % TOTALE
Monolocale76%
Bilocale73%
Trilocale70%
Villetta a schiera70%
Unifamiliare65%

La fotografia diventa ancora più precisa se ci si focalizza sullo stato di conservazione dell’abitazione, dalla figura a pag 26 dell'Osservatorio:

STATO DI CONSERVAZIONECLASSI ENERGETICHE G, F e E in % TOTALE
Nuovo8%
Ristrutturato30%
Usato79%
Da ristrutturare98%

Ebbene sì, il 98% delle abitazioni da ristrutturare presentano uno stato energetico pessimo.

C’è luce in fondo al tunnel

E tuttavia all’interno di un quadro che potrebbe sembrare fosco (e lo è per certi versi) emergono dei segni di luce e di speranza. Prendiamo le compravendite nel nuovo, a pag. 26 dello studio. Il 52% delle vendite riguarda abitazioni in classe A1, A2, A3 e A4. Più della metà sono quindi collocate nelle quattro classi superiori di prestazioni energetiche. l'unico dettaglio è che il nuovo rappresenta una quota minoritaria della transazioni immobiliari rispetto all'usato, al ristrutturato e al da ristrutturare.

STATO DI CONSERVAZIONECLASSI ENERGETICHE A1, A2, A3 e A4 in % TOTALE
Nuovo52%
Ristrutturato15%
Usato6%
Da ristrutturare0%

Un panorama da migliorare

Dopo 15 anni di agevolazioni fiscali per i lavori di riqualificazione energetica (ecobonus e superbonus sostanzialmente) il panorama dell’efficienza energetica degli immobili e delle abitazioni è ancora da migliorare nettamente. Siamo ancora ben distanti dagli obiettivi fissati dall’Unione Europea per il 2030  per la qualità energetica di edifici e abitazioni, riconosce Enea nella nota di presentazione dell’Osservatorio.

Lontani dall’Europa

“E’ necessario continuare a lavorare affinché la qualità energetica degli edifici divenga un driver determinante nelle scelte di compravendita immobiliare e perché il mercato rifletta adeguatamente il valore aggiunto associato all’efficienza energetica”, evidenzia Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica Enea. Tuttavia, come nazione dovremmo raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico al 2030 e della completa decarbonizzazione del settore edilizio nel 2050, così come previsto dalla Strategia Nazione di Riqualificazione Energetica del Parco Immobiliare Nazionale. A tal fine, secondo Ilaria Bertini, “risulterà fondamentale la messa in campo di ulteriori misure strutturali, accompagnate anche da una maggiore capacità del sistema creditizio di offrire strumenti finanziari per la riqualificazione energetica degli immobili“.

Politiche attive

Più diretto è Gian Battista Baccarini, presidente nazionale Fiaip, secondo cui: “…considerato che l’80% del patrimonio immobiliare si colloca ancora nelle ultime tre classi energetiche è necessario consolidare politiche governative attive orientate a rendere strutturali tutti i bonus fiscali, estendere il Superbonus 110% all’intero patrimonio immobiliare, e agevolarne l’accesso eliminando i limiti attuali per la cessione del credito ponendo fine, in tal modo, alla confusione generata dai continui interventi normativi.”

Stabilizzare i bonus fiscali, agevolare il credito

Sarà difficile estendere il Superbonus. Certamente occorrerebbe stabilizzare tutti gli altri bonus fiscali a favore dell’efficienza energetica della casa e agevolare il credito alle famiglie che vogliono operare di conseguenza. Del resto, se vogliamo renderci più indipendenti dal punto di vista energetico non abbiamo molte scelte davanti.

Ennio Braicovich

(continua)

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