Contro il decreto-legge del Governo che rimodula pesantemente il Bonus 75% con esclusione dei serramenti, Anfit con i suoi 300 soci e associati protesta presso ministri, deputati e senatori. Una lettera del presidente Marco Rossi sottolinea le gravi ripercussioni sul settore del serramento.
Con una lettera inviata via mail a ministri, deputati e senatori, Anfit protesta energicamente contro il provvedimento del Governo che cambia le regole del Bonus 75% escludendo i serramenti. Ieri l’Esecutivo ha licenziato il testo del cosiddetto decreto-legge Superbonus che all’articolo 3 cambia radicalmente le regole del Bonus 75%, di cui abbiamo dato notizia qui.
Nella lettera, di cui abbiamo potuto prendere visione e che qui largamente riassumiamo, Marco Rossi, presidente di Anfit e imprenditore del serramento, condanna il provvedimento governativo che penalizza ulteriormente un settore industriale e artigianale. Ulteriormente perché solo pochi mesi addietro, con il DL 11, l’Esecutivo ha eliminato in maniera irragionevole lo sconto in fattura e la cessione del credito dall’Ecobonus 50%. Innumerevoli studi hanno ampiamente dimostrato che questa agevolazione si autofinanziava. Ora arriva l’esclusione dei serramenti dal Bonus abbattimento barriere architettoniche (75%) adducendo un uso improprio dell’agevolazione che onestamente offende la stragrande maggioranza degli imprenditori italiani che operano seriamente.
L’arrivo del decreto-legge sconvolge un intero settore che da pochi mesi stava iniziando ad applicare il Bonus 75%. Il provvedimento, scrive il presidente di Anfit, determinerà un grave problema occupazionale “visto che esso stravolge la pianificazione produttiva e finanziaria del primo semestre del 2024. Tantissime aziende si sono ampliate e hanno fatto investimenti che ora devono ammortizzare e ripagare. Oggi si trovano ad operare senza un contributo importante che sicuramente avrebbe aiutato a raggiungere i budget prefissati per far quadrare i conti”.
Sul settore dei serramenti, continua Rossi, grava un forte pregiudizio che è anche di natura informativa e culturale. Se, oggi, questo settore industriale e artigianale venisse distrutto da una scelta giudicata scellerata, “riteniamo che sarà impossibile proseguire gli obiettivi di riqualificazione energetica previsti dalla imminente Direttiva Case Green, se non ricorrendo a prodotti importati. La riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare italiano poggia necessariamente anche sui serramenti, che sarebbe meglio produrre in Italia che all’estero”.
Il ragionamento di Anfit è lineare. Un Governo che si vuole all’insegna della difesa e della promozione del Made in Italy non può contribuire a distruggere le aziende italiane a favore di aziende straniere. Aziende che magari operano sul nostro territorio in maniera irregolare, con prodotti non conformi e non sicuri e non pagando le tasse che invece pagano coloro che sono in regola.
EB
Articoli correlati